sabato 30 maggio 2009

L'ultimo gioco

Una carezza paterna le sfiorò la guancia arrossata, dove una lacrima, piccola come una goccia di rugiada, scendeva lenta. Il padre attento, l’asciugò con un dito.
Distesa sul letto della cameretta d’ospedale, per la prima volta tutta per lei, prese quel dito avvolgendolo con la sua piccola mano, e lo strinse forte, mentre un sorriso le increspava le gote, scoprendo alcuni denti ancora non del tutto cresciuti, che la rendevano così buffa ed irresistibile a Papà.
Con un gioco di sguardi si capirono al volo, come sempre. Del resto non vi era alternativa.
Silvia vide le labbra del Padre muoversi disegnando parole che leggeva solo lei. Non era certa di aver compreso ma ricambiò con un altro generoso sorriso che fece arrossire, stavolta, non solo lei.
Da circa un anno il suo gioco preferito era diventato leggere i fumetti dei grandi che le parlavano compiendo smorfie esagerate, quanto inutili, e che lei immaginava crearsi a lato delle loro labbra, come fossero quelli scritti nei fumetti dei suoi eroi preferiti.
La realtà era divenuta un gioco da quando aveva smesso di sentire i suoni, le voci, e tutto il resto.
Un gioco che non finiva mai.
Ma non era che l’inizio.
Quando un giorno il cielo si annuvolò, Silvia attese il sereno, paziente e giocosa come sempre. Ma al posto del sereno giunse una notte infinita.
Si ricordò allora di una favola che Papà le raccontava sempre, e che come tutte le cose che aveva sentito, continuava a ripetersi, ricreando un mondo sonoro dentro di se.
In quella fiaba, lui le aveva narrato di questo nuovo gioco, più e più volte. Un gioco molto lungo, in cui il mondo avrebbe fatto finta di non parlare più con lei. E lei avrebbe dovuto resistere, perché chi parlava per primo avrebbe perso.
In seguito, qualcuno avrebbe spento la luce. Ma anche qui non doveva preoccuparsi, perché Papà sarebbe sempre stato al suo fianco, e anche se non poteva più sentirlo, né vederlo, avrebbe sempre potuto farsi abbracciare tutte le volte che voleva, ed ascoltare il battito del suo cuore, che la faceva tanto sorridere.
In quel nuovo mondo senza più eco né immagini, Papà si inventava sempre nuovi giochi e le stava sempre vicino.
Lei, riusciva a muoversi nella stanza anche senza vedere. Tutto era chiaro nella sua mente.
Il gioco tuttavia non era finito. E Silvia lo sapeva. La parte più difficile doveva ancora venire.
Nella fiaba di Papà, un giorno lei avrebbe perso la voglia di correre, e di camminare. Ed anche se le sembrava quasi impossibile, avvenne proprio così.
Nel grande letto dell’ospedale, le erano rimaste solo le carezze di Papà.
Non ne poteva più di quel gioco. Decise di smettere e provò a gridare, aprire gli occhi e ricominciare a correre. Ma non ci riuscì.
A quel punto un fiume di lacrime silenziose, scese dal suo viso. Ma i baci di Papà erano lì, ad asciugarle, una ad una. Un bacio per ogni lacrima.

Dentro di lei sapeva, che tutto questo, non sarebbe durato a lungo.
Nella sua fiaba, Papà le disse che un giorno con un dito le avrebbe scritto qualcosa sulla pelle, e lei avrebbe dovuto indovinare. Questo voleva dire anche che era giunta la fine del gioco.
Silvia ormai, non aveva più voglia di giocare, né di piangere, aspettava solo la fine.
Senti il dito di Papà che disegnava grandi lettere sulla sua schiena, ed accennò un sorriso. Indovinò al primo colpo cosa lui le scrisse, ma lasciò che lo facesse ancora, molte volte.
Infine rispose nel loro linguaggio, per confermare che aveva capito e che avrebbe tenuto il segreto.
Strinse forte il dito del Babbo, con le ultime forze che le rimanevano, sino a quando lasciò la presa e scoprendo il suo dolce sorriso, un’ultima volta, smise di giocare per sempre.

10 commenti:

tricefalo bianomalo ha detto...

Nei mattatoi, gli animali spesso lottano per scappare. Il bestiame diventa frenetico quando vede gli animali che li precedono sulla linea della mattanza bastonati, accoltellati, inchiodati, e affettati elettricamente.
Un recente rapporto del governo inglese ha criticato gli inefficienti metodi di stordimento nei quali risulta che spesso gli animali sono ancora completamente coscienti quando viene tagliata loro la gola.
McDonald's è responsabile della morte di un numero infinito di animali con questi cosiddetti metodi umani. Noi abbiamo la possibilità di sceglier se mangiare o meno la carne. I 450 milioni di animali uccisi ogni anno in Gran Bretagna per diventare cibo non hanno in nessun modo la possibilità di fare scelte. Si dice spesso che dopo aver visitato un mattatoio la gente si nausea al solo pensiero di mangiare carne. Quanti di noi sarebbero pronti a lavorare in un mattatoio e ad uccidere gli animali che mangiamo?


McDollars - McAvido - McCancro - McAssassino

pentacefalo ha detto...

Calderoli: «Noemi? Non è neanche
tanto bella. E poi è napoletana»

pentapartito cefalitico ha detto...

commovente...mi si spezza il cuore...

Anonimo ha detto...

...probabilmente il racconto tragico piu' commovente mai realizzato...sei degno di sofocle, della grande tradizione tragica greca...un moderno edipo (edipos piedi gonfi...), continua così!!

Anonimo ha detto...

non ho capito cosa succede ma sei forte!!!

Anonimo ha detto...

alà terun, balabiot, va a laurar e tajete i cavei!!

matrice felice ha detto...

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13 Giugno 2009
La Rete rettificata
Mimun e l'informazione
(3:07)

Il disegno di legge sulle intercettazioni può far chiudere la Rete. Se questo succederà, la responsabilità di ciò che verrà dopo sarà del Governo e del Parlamento. La Rete è lo strumento, lo spazio, il media che ha permesso a milioni di italiani di credere a un cambiamento democratico. Di illudersi di essere cittadini e non sudditi. Senza la Rete, con le televisioni e gran parte dei giornali in mano allo psiconano e ai suoi amici piduisti e mafiosi questo Paese si avvia verso una dittattura senza controllo e dagli esiti sociali imprevedibili.
I gestori di siti informatici dovranno procedere entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato. Non dar corso alla richiesta da parte di blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di condivisione di contenuti e di chiunque sia definibile "gestore di sito informatico" avrà come conseguenza una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire. Si potrà richiedere a questo o a un altro blog, per ogni commento, per ogni video pubblicato su YouTube, per ogni fotografia, una rettifica. Più informazione pubblichi, più rettifiche puoi ricevere e dover pubblicare. Ci potrebbe essere il caso di chi invia un commento con un nickname e poi chieda lui stesso la rettifica.
E' una legge insensata e chi l'ha scritta è un analfabeta di Internet o uno che vuole metterle il bavaglio. I blog di liberi informatori come Martinelli o Byoblu chiuderanno dopo le prime multe e con loro centinaia di altri. Solo per gestire le richieste di rettifica entro 48 ore dovrei assumere 10 persone, e forse non sarebbero sufficienti. In un anno dovrei pagare probabilmente alcuni milioni di euro di multa. Una legge che non esiste neppure in Cina o in Birmania, concepita per fottere la libertà di espressione. Se passa, sarà la morte della blogosfera italiana. Se dovesse avvenire non dimenticheremo chi l'ha firmata, chi l'ha votata e chi, eventualmente, la controfirmerà. La Rete non è un ballo delle debuttanti, questi golpisti se ne accorgeranno. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Leggi l'articolo di Punto Informatico.

Anonimo ha detto...

ciao! Sono Gigi, il tuo amico notturno... vorrei volare con te sulla città per vedere se super-pompa ci accoglie tra le sue calde fauci femminee...
Ti penso assai...
assai ti penserò...
ci toccheremo prima o poi...
nel nulla...
o sul tuo divano...

Anonimo ha detto...

Buon giorno,
Noto che sul vostro giornale non è stato fatto alcun riferimento alla nuova situazione di disagio della biblioteca di Villafranca in seguito al violento temporale di sabato scorso; l'ennesimo allagamento a pochi giorni della già rimandata inaugurazione (sempre per allagamento dell'interno l'estate scorsa).
Mi sono fermato a fare alcune foto e degli uomini si sono rivolti a me chiedendomi in tono minaccioso se ero una autorità per fare quegli scatti...
forse l'unico posto dove quelle immagini possono circolare liberamente è internet...
Cordiali saluti
Busti Massimiliano

Anonimo ha detto...

orcoboia, che merda de racconto... me gira le bale a lesarlo!