lunedì 19 dicembre 2011

Il primo Natale alle Giubbe verdi

- Arrivano i comunisti! Si salvi chi può…
L’urlo, neanche tanto convinto, partiva dalla cassa della libreria, secondo alcuni, da qualche giorno piuttosto disertata.
- Ma quali comunisti…?! – Fa un giovane di spirito, con indosso una mise tecnica da alta montagna, impegnato alacremente ad armeggiare con un terminale.
- E’ la fine…accendete un cero per noi.. - continua quello in cassa, in una sorta di monologo ciclico vittimista, anche lui con gli occhi sul terminale, e lo sguardo fisso sulla mappa degli autobus… di Kansas City.
- Cooosa c’è…?! – Chiede un terzo, quasi per abitudine, sopraggiunto mentre cerca a sua volta un terminale libero. – Allora… Cooosa c’è? – Dice di nuovo, raggiunto il terminale, scaldandosi le mani lungamente prima di posarle sulla tastiera.
- Ma non vedete che non c’è nessuno? - Seguita quello in cassa scuotendo il capo continuamente, - è quasi Natale, dovrebbe esserci l’invasione! Siamo finiti…
- Ma se sono solo le nove e mezza di mattina! Chi vuoi che ci sia in giro? E’ già tanto che abbiano aperto i bar e le tabaccherie…
- Le tabaccherie! – Ripete illuminandosi il cassiere.
- Oddiooo… – si ode rimbombare nella libreria deserta, – non dovevo dirlo! Adesso si ricomincia...
Una stagista di pacchettistica natalizia, in disparte, se la rideva di gusto. Vicino a lei, una veterana stakanovista, incapace di stare ferma, sistemava una fila di libri appena risistemati, brontolando che non era quello il sistema giusto.
- Ogni mattina la solita pantomima…- seguita brontolando la collega che a forza di sistemare diceva che le era venuto il “sistema nervoso”.
Intanto, la stagista, sempre ilare, si chiedeva se un giorno anche lei avrebbe lavorato in un posto così divertente, magari proprio nella stessa libreria…chissà…
- Vieni, vieni… - la risvegliò il cassiere mentre lei, bella e incantata, se lo mangiava con gli occhi da dietro una pila di libri, - non startene lì con le mani in mano, che poi le colleghe brontolano! – Concluse sottovoce. – Piuttosto… faresti un salto in tabaccheria finché non c’è nessuno? Ho un paio di terne da piazzare, che…
- Ecco ci risiamo… – fa uno dei due con la testa nel terminale.
- … allora 90, per la paura, 17 per la sfiga, e 101 per la catastrofe…
- Ma veramente, il 101non so se…- fa lei timida e succube.
- Stai zitta! Lo so io perché! E tutti sulla ruota dell’Aquila. Per sintonia di sfighe, deve essere per forza quella giusta…
Alle dieci abbondanti, entra trafelato un tizio che sembrava un modello della Timberland ma che poi invece si rivelò essere solo un dipendente in ritardo.
Smoccolando di primo mattino, se la prende maledicendo nell’ordine: le telecamere, il Sindaco, i leghisti, la specie umana in decadenza, i cambiamenti climatici e il Pilates, il tutto prima di raggiungere la cassa.
Gli fa eco una collega, che avulsa dalla realtà, entra dalla porta del Bar retrostante, dalla quale era uscita poche ore addietro, ma non proprio con la stessa andatura.
- Oddio! – Riprende quello in cassa, - su L’Arena c’è un’altra pubblicità di una libreria che ha diversificato! Hanno fatto come i minotauri, “restaurant, libreria ed agenzia viaggi”! Che sia questo il futuro? Dobbiamo farlo anche noi, diversifichiamo!
-… si dai, diventiamo anche noi dei diversamente abili! – Commenta quello che ce l’aveva col mondo, - … noi potremo fare ad esempio “corsi di Yoga, mensa per poveri e libri usati a metà prezzo” per battere la crisi!
- Perfetto! Vengo anch’ io col mio banchetto! – Fa uno col cappello appena entrato che aveva fatto l’albero di natale per antonomasia al presepio vivente di tre anni prima..
- Calma..., calmaa! Coosa c’è? – Riattacca il saggio della libreria, scaldandosi dopo le mani, anche la voce, - siete preoccupati per la concorrenza? E’ un fuoco di paglia, rilassatevi. E poi chiudono presto gli altri alla sera. Mal che vada noi allungheremo il turno notturno…
- Siii! – Fa quella entrata dal bar, - io farò il turno di notte, e magari teniamo anche il bar aperto 24 ore su 24! – Conclude abbracciando la barista di turno che, solo all'idea, svenne tra le sue braccia.
- …e perché, già che ci siamo, non apriamo anche un nuovo reparto a luci rosse! – Chiosa l‘altro, risvegliando lo sguardo assopito del vicino di postazione, con la mise tecnica.
- Che balle! Son già stufa di sentirvi… io vado in pausa! – Dice salutando, quella arrivata da poco, mollando la barista ed infilando la porta.
Il primo cliente della giornata, chiese impunemente: - Ma state parlando della F… -
Aggredito da più parti, al grido “non osare nominare quel nome in questo luogo,” non riuscì a terminare la frase ed infilò la porta anche lui.
- Maledetti comunisti! – Riprese con la nenia quello in cassa.
- Ma non eravamo noi i comunisti? – Bofonchia il saggio, - Giubbe rosse e tutto il resto…?
Proprio in quel momento, giunse una collega graduata dai piani alti, che si distingueva dagli altri perché portava con se’ gli orari della settimana. Dietro di lei, giunse pure il più alto in grado tra tutti, pronto a sedare i toni.
- Non sono mai stato così contento di vedere gli orari… - fa quello in cassa, - vuol dire che almeno la prossima settimana, ci siamo ancora!
- Bastaaa! – Fanno tutti quanti in coro. - Porti sfiga!
In preda ad un delirio isterico contagioso, il cassiere si scagliò sulle vetrine urlando:
- Bisogna rifare le vetrine! Sono vetrine comuniste! Adesso che i comunisti sono gli altri, noi dobbiamo cambiare colore, o i clienti faranno confusione! Basta con le giubbe rosse…siamo in una città leghista, del resto! Il 50 per cento vota per la lega, e sono tutti clienti potenziali!
- Siii! – Fanno in coro le colleghe contagiate. – Bella idea!
- Ma si, - fa il saggio con ilarità – e allora, perché non cambiamo pure il nome in Giubbe verdi?!
- Siii! – Fanno tutte in coro di nuovo, prendendolo sul serio.
Il cassiere indossati i panni del vetrinista, partì alla carica.
- Portatemi subito “Gente del Nord”, “Avanti Po, Lega nord alla riscossa” e”Vento della Padania”…
- Non so se sono tutti disponibili… - fa una collega titubante, - ora controllo...
Alla vista della scena in corso, il saggio si scaldava le mani e se la rideva di gusto. Infine concluse:
- Uno c’è di sicuro…”Idiota in Politica, antropologia della Lega nord” prova a vedere…
- Si c’è! – Fa la collega, su di giri per il ritrovamento, – è della Feltrinelli… oddio cosa ho detto!!!
- Abbattetela! – Urla il vetrinista indemoniato, - o ci porterà sette anni di sfiga!
Mentre le colleghe meditavano sul linciaggio, una Voce Guida da dietro una pila di libri, le bloccò:
- Ferme! La paura è contagiosa, non fate così, non serve a niente! Fate invece un bel respiro col plesso solare ed incrociate le gambe … e le dita, che porta pure bene! – Urla la Voce, con un tono tra il paternalistico e lo yogin.
Ma scoperto che la voce apparteneva ad uno di loro, l’effetto esoterico placebo svanì.
– Mantenete la calma! – Urlò mentre cercavano di sedarlo.
- Beh, - fa il più alto in grado – forse non è una cattiva idea…Giubbe verdi…in fondo si dice anche “verde speranza” no?! Proviamo!
- Noo! Tu quoque Brute…- Chiosò la voce ex guida.
- E allora se è questa la piega, io mi licenzio! – Sbotta una figlia dei fiori, nata nella generazione sbagliata, che aveva pure cambiato libreria per avvicinarsi a casa.
Quando tutto sembrava ormai perduto, rientrò proprio allora la collega dopo la meritata pausa, accompagnata da un mesto barbuto, oramai simil teutonico.
Alla sua vista tutti esplosero in uno spontaneo e corale:
“...ah ci ghe!” Mentre uno di loro si lisciava le sopracciglia.
- Ehi, - fa il nuovo venuto, - ho saputo che avevate bisogno di rinforzi… che era in gioco la sopravvivenza stessa della libreria e non potevo starmene là con le mani in mano! E poi, a dire il vero, a Berlino son finiti gli alloggi… e allora ho pensato di tornare all’ovile...
- Figliol prodigo! - Fa il più alto in grado, sfoderando una vena religiosa inattesa.
- Ma… – dice quella con gli orari in mano – non si era detto semmai, che dovremmo ridurre?!
Dopo un attimo di silenzio, il boss prese la parola:
- Ma si, uno più uno meno…- chiosa, - cosa vuole che sia! E poi a Natale siamo tutti più buoni!

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma eri ubriaco quando lo misi on line?!?!? il racconto è ripetuto 2 volte, già è ributtante e ce lo presenti due volte! ma va a morì mazzato! fetecchione!!